martes, 26 de mayo de 2015

Invito alla ribellione



Riflessioni di Fabio Viganò

Si legge sempre con immenso interesse e rinnovato piacere quel libro, il più bello mai scritto, dal titolo: Costituzione della Repubblica Italiana.
Chissà perché ma, pur passando gli anni, più rimane attuale. Parla di come lo Stato dovrebbe essere. Il condizionale s’impone!
Vi chiederete il perché. Giusto. Troppe volte lo si ignora. Invece ci racconta, passo dopo passo - a caro prezzo - di come in uno Stato Sovrano sia garantito il vivere comune.
Vi sembrerà strano che ne parli ma, vi assicuro, non lo è!
Bisognerebbe però leggerla per poterlo capire. Meglio sarebbe meditarla. È di ampio respiro intellettuale. Ogni sua parola è inno alla Libertà. Un vero inno alla Vita, scomodo e alquanto indigesto per persone che vivono sulle spalle degli altri, grazie a interessi malavitosi e al terrore.
Questo libro non è stato scritto per sfruttatori, ma per persone d’animo onesto e libero che anelino solo a esaltare i sentimenti più veri e più puri non solo dell’ Italia ma dell’umanità intera.

I giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Tra le righe parla chiaramente di ribellione sociale. È un libro “rivoluzionario”, persino sovversivo per gli ambienti criminali. È un libro sicuramente scomodo.
Parlare di rivoluzione sociale non significa necessariamente essere eversivi. Vuol dire essere liberi. La Costituzione detta le regole del vivere comune, sancendo diritti che tuttora sono negati. Questa schiavitù intellettiva è data dall’ignoranza e dalla paura.
Già, la paura.
Serve, la paura.
Serve alla persona coraggiosa che scelga di ribellarsi socialmente alla schiavitù. Conoscere il proprio limite è importante. La paura, se ben sfruttata, ci evita di commettere errori.
La ribellione sociale suggerita dalla Costituzione è manifestazione di un credo dall’ampio intento repubblicano. Un credo che talvolta impone il sacrificio. Ma ovunque vi sia la repressione, vi sarà sempre la ribellione del pensiero. Il sapere si opporrà sempre all’arroganza della violenza. Il canto della Libertà sarà sempre fischiettato per le vie da frotte di ragazzini che non si arrenderanno mai, nel ricordo degli uomini che li hanno resi liberi!

La strada per Capaci, 23 maggio 1992

Un solo modo per ribellarsi contro il terrorismo mafioso: la denuncia! I ragazzi vi aspettano. Aiutateli a lavorare. Loro, come voi,  sono al servizio dello Stato e della  vostra Costituzione.
Scrivete la Storia!
Ribellatevi alla mafia.

Via D'Amelio, Palermo, 19 luglio 1992


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